Sette è un numero particolare, sinonimo di perfezione, e Romance in Durango è proprio la settima traccia di Desire uno degli album più noti di Dylan: Desire, si proprio quello in cui c’è la famosissima “Hurricane” , proprio quello celebrato dai fasti della “ Rolling Thunder review”.
De Andrè ne farà una stupenda cover ” Avventura a Durango) che inserirà nell’album “Rimini” e che analogamente riproporrà nella sua personale “Rolling Thunder review” il concerto con la PFM . Sulla versione del cantautore genovese Scrive Paolo Vites in ( Bob dylan 1962-2002 40 anni di canzoni) “molte sono state le traduzioni in Italiano di Dylan… ma sicuramente quella di De Andrè è una fra le più nobili sia per l’accuratezza lirica che per l’elegante arrangiamento. Una curiosità De Andrè traduce il ritornello spagnolo in un dialetto meridionale, secondo alcuni è napoletano , ma non lo è , si tratta di una versione napoletaneggiante deandreaina
Che dire di nuovo dopo quasi 40 anni su questa meraviglia dylaniana? Quali novità potrà mai portare un ennesimo articolo su questa canzone? Eppure una cosa evidente che nessuno ha mai detto su questo piccolo capolavoro dylaniano c’è , ma andiamo con ordine. “Desire”: il nome è tutto un programma il filo conduttore è la ricerca il desiderio dal sogno finto di “Mozambique” al desiderio di riscatto di “joey”, alla sete di giustizia di “Hurricane” , al desiderio di toranre con “ Sara”. “Desire” è costellato da aspirazioni e viaggi che rimangono per lo più senza approdi, “Romance in Durango” è in questo è esemplare: una fuga finita male, tragicamente.
Siamo in Messico non ci sono dubbi interpretativi di sorta, Durango è una città messicana, messicana la musica, spagnolo parte del ritornello, messicano tutto il contesto narrativo della canzone. C’è un omicidio all’origine della fuga, l’omicidio di Ramon, chi sia questo Ramon e perché il protagonista gli abbia sparato non si sa, si sa che la sua faccia è bloody “sanguinosa”, ma può anche essere un dispregiativo tipo “maledetto”, si sa solo che il protagonista e la sua amata (Magdalena) fuggono. Da segnalare però che nel coevo film dylaniano & dylaniato “Renaldo & Clara” c’è un Ramon, l’amante morto di Mrs dylan ( in Alessandro Carrera La Voce di Bob Dylan una spiegazione dell’America)
L’uomo vende la chitarra per un po’ di pane e un nascondiglio provvisorio per poi volare via di tutta fretta. “hot chili in the blistering sun” siamo nel deserto e durante la fuga vengono evocati tutti i “must” messicani (rovine azteche, tequila, corrida etc.). Il sogno di una nuova vita a Durango dove finalmente i due si sposerano: “Poi il frate reciterà le preghiere degli antichi nella piccola chiesa su questo lato della città/indosserò stivali nuovi ed un orecchino d’oro/ tu brillerai per la luce dei diamanti nel tuo abito nuziale”. Ma un agguato notturno ferma la fuga dei due fidanzati: dove l’improvviso tuonare di un fucile interrompe il viaggio della speranza, “Cos’era quel tuono che ho sentito? La mia testa sta vibrando sento un dolore acuto vieni a sederti vicino a me, non fiatare”….” presto Magdalena prendi il fucile potremmo non farcela a sopravvivere alla notte” e qui termina la narrazione di Dylan lasciando i nostri eroi accerchiati destinati a una fine immininente. Da più parti viene confermato che fonte di ispirazione di “Romance in Durango” sia proprio una cartolina spedita da Levy (coautore dei testi) dal Messico raffigurante dei peperoncini baciati dal sole messicano. Ok va bene i peroncini iniziali, il primo verso della canzone, ma tutto il resto a cosa si ispira?
La mia tesi è che ci fu anche un’altra fonte, magari anche solo inconsapevole nel retropensiero di Dylan, la fuga, il tragico epilogo, ricordano troppo la trama del breve romanzo di Steinbeck “La Perla”.
Come si sa Steinbeck fu un autore molto frequentato da Dylan e quindi la cosa mi sembra più che plausibile, ma andiamo a vedere ulteriori dettagli. “la Perla”, ambientata anch’essa nell’America latina, parla del sogno di un riscatto finito tragicamente (in linea con il tema trasversale di desire) è la storia di un pescatore indio Kino della sua moglie Juana e del figlioletto Coyotito.
Il pescatore trova una perla nera magnifica “ la perla del mondo”, ma sono molti quelli che vogliono portargliela via, finchè una notte non si scontrò con uno uno sconosciuto, Kino uccise il ladro ma spaventato di decise di scappare con la famiglia, attraversare il deserto e di andare a vendere la perla nella capitale. Nel viaggio favoleggiano della nuova vita, ma una notte cadono in un imboscata, si riparano fra le rocce cercando un nascondiglio nel buio, ma il pianto del bimbo viene scambiato per il verso di un coyote e il figlioletto viene colpito da un colpo di fucile dei banditi che pensavano di sparare a un predatore notturno. Distrutti dal dolore Kino e Juana tornano nel villaggio natale e buttano la perla in mare convinti che porti solo tragedie e dolori . In entrambi i contesti c’è la fuga nel deserto a seguito di un omicidio , l’imboscata notturna e il colpo di fucile che strazia il sogno di un riscatto.
In entrambi i casi ci si sposta dalla città natale verso una città più grande dove poter condurre una vita migliore. Certo le variazioni sono molte, qui non c’è il figlioletto, il protagonista non è un pescatore e sarà con tutta probabilità lui a morire e non il bambino, inoltre l’omicidio che scatena la fuga nel caso di Steinback è perpetrato con il coltello, in Dylan con un fucile, il primo avviene di notte lungo le strade, il secondo in un osteria a un‘ora imprecisata. Ma è più che altro il senso del romanzo e quello della canzone che collimano troppo e che mi fanno propendere per unainfluenza della “Perla” su “Romance in Durango”. Sarà veramente così? La risposta amico soffia nel vento